venerdì 27 gennaio 2012

Ma esistono morti di serie B?

La giornata della memoria è indubbiamente un momento fondamentale per rinnovare la memoria, destare la coscienza, ricordando, attraverso testimonianze scritte o visive che siano, uno dei più grossi crimini di cui l'umanità s'è macchiata. E' utile per i ragazzi per conservare la memoria quasi passando il testimone in una gara di staffetta che annualmente raccoglie nuove ed interessanti testimonianze, ed è utile ricordarla anche nei suoi aspetti più cruenti in modo da repellere ogni tipo di edulcorazioni e attenuanti che minimizzino il responso eticamente e umanamente catastrofico del genocidio ebreo. Tutto ciò è utile per noi, ed è utile per rispettare l'umanità del popolo ebreo, costretto a condizioni indicibili nel corso dello sciagurato olocausto nazista. Ma non sarebbe forse altrettanto utile ricordare i milioni di Rom, deportati e trucidati allo stesso modo? O i quasi 2 milioni di armeni uccisi? O i sette milioni di ucraini morti di fame? O le numerose altre vittime che tra Indonesia, Bangladesh e Cambogia hanno perso la vita nell'ambito di genocidi non meno disastrosi? Esistono forse morti meno importanti e immeritevoli di rispetto?  Perchè questi uomini, uomini allo stesso modo dei tedeschi, degli ebrei o dei polacchi (non è forse questo il succo della stigmatizzazione dell'antisemitismo?), vengono dimenticati e ulteriormente uccisi nel vilipendio di una memoria viva solo tra le riga di un giornale letto sbadatamente o in fondo a uno specchietto d'apprendimento relegato ai margini di un libro di storia? Cosa rende alcuni morti più speciali di altri?

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