domenica 25 marzo 2012

Benvenuti al sud

Una finale. Una partita il cui valore prescindeva dalle impellenze legate alla disastrosa posizione in classifica. Il match per regolare i conti, anche oltre i limiti della legalità, con chi aveva fatto della propaganda anti-meridionale e degli insulti razzisti il proprio pane quotidiano. E' stato un po' questo il succo dell'estenuante attesa dei tifosi nocerini per la partita contro il Verona, ribattezzata da molti come la più importante uscita stagionale. Più che alle gesta in campo, tra l'altro inaspettatamente positive (la Nocerina ottiene un 3-1 che la rimette in corsa per la salvezza), i tifosi nocerini sembravano concentrare la propria attenzione nella ferocia e nella violenza con cui, a fine partita, hanno dato sfogo al proprio smisurato odio nei confronti dell'Hellas, nel più delicato ed atteso incontro che si è tenuto negli spazi adiacenti al S.Francesco d'Assisi.  Risultato? Scontri, aggressioni per i pullman e le automobili dei tifosi ospiti, la clamorosa apparizione dello "striscione della discordia" rubato ai tifosi veneti nella gara di andata. E poi? Ancora insulti, ancora "terroni" e deprecabili epiteti rivolti a tutta la variopinta popolazione che occupa il territorio da Roma a Lampedusa. Alcuni di essi, pronunciati senza troppe restrizioni e problemi nel forum ufficiale della società, in cui si ravvisa una preoccupante coralità della tifoseria scaligera nell'odio per i meridionali. Un ostracismo nato essenzialmente con gli spot mediatici che hanno scandito la rivalità tra Salernitana e Verona, culminati con il tanto discusso coro "Ti amo terrone" intonato da Mandorlini e poi da tutta la tifoseria. E' così che nasce il livore reciproco, che paradossalmente ha svolto per certi versi una funzione conciliatoria per le tifoserie meridionali: il comune nemico veronese ha infatti, seppur nell'ambito della sfida contro gli scaligeri, liquefatto rivalità anche molto aspre ed accese.
Molti dei tifosi nocerini si sono quindi arroccati nella comoda posizione di martiri per dare sfogo alla propria indole facinorosa, dando quindi ai veronesi il motivo per ripetere ciclicamente (e suffragare) le manifestazioni di astio. Ma da dove nasce esattamente la stigmatizzazione dei meridionali che accomuna molte delle genti del "ricco nord-est"? Non di certo da una partita di calcio, anzi, è talmente radicata e convinta che nemmeno i simpatici antidoti cinematografici hanno potuto smuoverla. Non bastò "benvenuti al Sud" così come non è bastata la ben più genuina rappresentazione ironica del bambino campano, che aveva, invano, offerto a Mandorlini una maglietta con l'analoga scritta. L'ex allenatore del Cluj ha infatti preferito alzare il livello del proprio carisma presso i supporters veronesi, piuttosto che stroncare, seppur solo idealmente, una così seria faccenda accettando il simpatico gesto del ragazzino. E se nemmeno i protagonisti, i leader effettivi di questo confronto, decidono di alzare bandiera bianca e aborrire le questioni extra-calcistiche per concentrarsi unicamente sul proprio lavoro, beh, allora è vero che siamo solo all'inizio. 

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