lunedì 5 marzo 2012

La resa dei conti

Proprio così, se non è una nemesi storica, poco ci manca. Quella tanto pregustata opportunità di dare uno sfogo verbale alla rabbia, si stava clamorosamente materializzando quando, ieri mattina, ho incontrato il sommo principe della scalmanata cooperativa fedigrafa che ha scritto alcune delle più cupe pagine della storia blucerchiata. Non è Garrone, nè il baldanzoso e demagogo Edoardo, non è lui che ha venduto Cassano e Pazzini nè colui che ha seccamente glissato sulle evidenti lacune con cui la Sampdoria si apprestava ad affrontare la stagione più importante della sua storia recente, quella del Preliminare. Non è lui che ha depauperato la squadra di un'identità di gioco, privilegiando lo scriteriato "palla lunga e pedalare" e raggiungendo risultati miserrimi anche quando le maglie 99 e 10 venivano regolarmente indossate la domenica. E infine no, non è stato lui a mettere la ciliegina sulla torta allestendo uno sconsiderato apparato di scelte tattiche, tecniche e mediatiche e diventando il Paperino della vicenda, il parafulmine su cui si sono riversate la maggior parte delle critiche. Non è Riccardo nè Edoardo Garrone, non Tosi e nemmeno Gasparin, non è Di Carlo nè Cavasin. E' Daniele Dessena. Un ragazzo simpatico, esuberante, gioviale (il sorriso in foto lo testimonia) ma che ha causato la più ampia parte delle numerose bestemmie consumatesi tra Marassi e dintorni. Il kamikaze della gestione tattica e tecnica della partita che ci ha perentoriamente precluso, dagli inizi dello scorso campionato alla pausa invernale di quello in corso, la possibilità di sfruttare le risorse della squadra e di organizzare così trame offensive accettabili. Non ha mai pressato, nè marcato, nè supportato l'asfittico operato del reparto offensivo. E' stato drasticamente nullo, correndo perennemente alla rinfusa e risultando il più completo emblema della Sampdoria che dal gol di Rosenberg aveva rovinosamente perso la bussola e che sembra averla recuperata con il rumoroso repulisti invernale orchestrato da Sensibile. Un ragazzo volenteroso ma chiaramente inadeguato, il cancro tattico che da troppo tempo limitava le prospettive della Sampdoria. Non sarà un caso se proprio mentre Dessena si affacciava ai paradisiaci paesaggi sardi, la Sampdoria riusciva a migliorare sensibilmente le proprie prestazioni. Molto più misterioso è invece il miracoloso rinsavimento calcistico di Dessena col passaggio al Cagliari, che molte occasioni darebbero alle malelingue di fare la propria parte formulando le ipotesi più svariate. Più realistico e rispettoso sarebbe però analizzare il confuso elettrocardiogramma delle sue prestazioni ricorrendo alla sua chiara e naturale attitudine per panorami calcistici molto meno chiassosi e difficoltosi, dove l'atto sportivo e tecnico viene serenamente incentivato, come appunto il tranquillo ambiente cagliaritano. Noi crediamo a questo, preferendo le "sane" paternali tattiche alle meno nobili accuse personali e caratteriali che pioverebbero dalle fiacche e infondate chiacchiere da bar, che ti vorrebbero implicato nel calcio-scommesse.
C'era un po' tutto questo nelle dure ma pacifiche parole, nel forte ma necessario rimprovero, che è seguito alla fotografia che gentilmente mi (ci) hai concesso.
E' andata male, Daniele, ma si è conclusa, forse, nel migliore dei modi e cioè, dando a te la possibilità di rilanciarti e a noi, quella di coltivare il "sogno" Playoff.
Non sarò ipocrita nell'augurarmi che la tua prossima trasferta genovese sarà tartassata dai fischi e dai "buu!", perché la Sampdoria deve essere onorata e ripagata al meglio, e in molti ancora non l'hanno capito.

Potete leggerlo su Sampbook: http://www.sampbook.com/blog/05/03/2012/la-resa-dei-conti/

2 commenti:

  1. www.pianetasamp.blogspot.com

    Fammi capire Flavio: ma dove hai beccato Dessena? E soprattutto: che ti ha detto dopo la foto?:-)
    Comunque comprendere come può quel che ritengo un discreto giocatore offrire un rendimento del genere con la nostra maglia fa parte di uno dei quei tanti inspiegabili misteri che rendono affascinante questo sport...ciao!

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  2. A Siena all'uscita dall'Excelsior prima di Siena-Cagliari. Mi ha guardato malissimo ma poi ha capito l'importanza di non complicare ulteriormente la propria posizione ed è salito mestamente sul pullman :-)

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