lunedì 13 febbraio 2012

Hervè Renard- Il successo di un sogno

L'avvenente signore in foto non è il nuovo volto di Dolce & Gabbana nè la nuova rockstar destinata a spodestare Justin Bieber nel cuore delle teenager. Sembra strano, ma non è nemmeno il nuovo tronista lanciato da Uomini e Donne. Non è per il suo aspetto fisico, comunque sufficientemente celebrato dalla peculiare attenzione mediatica nel captare ogni minimo movimento del suo ciuffo ballerino, che quest'uomo è diventato famoso. No, Herve Renard, ct dello Zambia, deve la sua improvvisa notorietà a ben altri criteri, a partire dal folle idealismo nello scommettere sul misero (tecnicamente quanto economicamente) progetto zambiese, sino allo sconcertante successo guadagnato sul campo coronato con il meno auspicabile degli epiloghi, e cioè con la vittoria finale. Un trofeo, quello della Coppa d'Africa 2012, vinto proprio in quella Libreville che quasi 20 anni fa ospitò una delle più grandi tragedie della storia dello Zambia: il disastro aereo che privò la nazione africana del più vincente e ambizioso ciclo calcistico della sua storia. Inevitabile il pensiero e la dedica a quei caduti, a cui nemmeno Renard s'è sottratto, cingendosi alla gioia del popolo zambiese e non cogliendo l'occasione per discutibili spot autoapologetici nè mostrandosi mentalmente proiettato per il tipo di svolta che la sua giovane carriera da allenatore meriterebbe. No, anzi Renard ha gioito, come un bambino, proprio con quegli scalmanati ragazzi su cui nessuno avrebbe scommesso un penny ma in cui ha voluto credere, plasmando un risultato ai limiti dell'impossibile. Ha gioito, dimenticando per un attimo l'invidiabile charme che aveva coperto la sua misteriosa figura nell'arco della Coppa d'Africa, correndo festante proprio come i suoi quasi coetanei giocatori (Renard è poco più che quarantenne) e regalandoci il momento più pregno del significato di questo sport, quello in cui prende in braccio e porta in trionfo Musonda, il difensore uscito anzitempo dal campo per un problema fisico talmente grave da costringerlo alle stampelle. Questo è Herve Renard, un uomo sconosciuto o quasi, che ieri ha scritto la storia fornendoci uno dei più corretti e moralmente profondi esempi di miracolo sportivo. La vittoria dello Zambia sembra ricordarci prontamente quanto irrisoria sia l'importanza dei giudizi, dei pronostici e delle scommesse alla vigilia e fin dove possa portare l'impegno e la dedizione, quanto sia necessario dare sempre il 100%, proprio come Renard ripeteva costantemente ai suoi ragazzi. Impossible is nothing, l'hanno dimostrato i calciatori zambiesi onorando lo slogan della Nike, troppo spesso confuso come una fruttuosa trovata pubblicitaria votata unicamente alla vanità della retorica. No, non è così, e questo signore ce l'ha insegnato.
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