domenica 12 febbraio 2012

La felicità non costa niente

Avranno sgranato gli occhi, spontaneamente sbalorditi, i soliti assidui frequentatori da bar, quando stamattina, impugnando la tazza di caffè in una mano e il foglio dei palinsesti nell'altra, assorti nello stilare la consueta scommessa domenicale, si sono imbattuti nella doppia cifra relativa alla quota della vittoria del Novara a Milano contro l'Inter. Dipende dalle agenzie, ma orientativamente il valore oscillava tra un 9,50 e un 15. Poco importa, quel che è certo è che qualunque caso si analizzi la quota era vertiginosa, ma la temeraria prospettiva di puntarci qualche euro sarà stata prontamente stroncata dalla ragione, irremovibile nella sua sicurezza del pessimo stato di forma della squadra piemontese. E in effetti i ragazzi di Mondonico venivano da un periodo tutt'altro che felice: le ultime sconfitte subite sembravano avvalorare la tesi di chi li avrebbe condannati a una retrocessione ormai ipotecata.
Ecco perché dopo il naturale stupore dell'impatto con la quota, gli scommettitori avranno convenuto consapevolmente col valore proposto dai bookmakers e vagheggiato la sensazione che quella di San Siro sarebbe stata la partita perfetta per l'Inter per risollevarsi da un periodo negativo e per il Novara per salutare definitivamente la serie A e smarrire ogni speranza di salvezza. Per fortuna però, il calcio riesce soavemente a svegliarci da questo così cupo meccanicismo smontando anche la più acquisita delle certezze. E così il fantastico tiro con cui Caracciolo guida i compagni alla vittoria diventa il capitolo più bello di un campionato troppo spesso arginato entro i limiti del pronostico ma che oggi s'è finalmente lasciato andare, travolto da un'improvvisa quanto piacevole ondata di calcio genuino. Genuino proprio come lo schema di estremo catenaccio con cui Mondonico dispone i suoi ragazzi, riuscendo a spremere il massimo da ognuno dei loro modesti repertori. Ad onor del vero, il Novara non ha avuto un atteggiamento totalmente rinunciatario ma anzi, ha saputo costruirsi interessanti opportunità, sfruttando gli esiti fallimentari delle fiacche offensive interiste. Al gol di Caracciolo è seguita una strenua difesa del reparto arretrato, che dal 56' ha concesso ben poche palle-gol allo sgangherato attacco interista. Intenso sarà stato invece il finale per gli elettrocardiogrammi dei tifosi piemontesi, che hanno temuto per le proprie sorti con la traversa colpita da Sneijder ma soprattutto allo scadere, quando Pazzini ha clamorosamente colpito Ujkani a pochi passi dalla sua porta. E' però il triplice fischio di Russo a porre fine alle loro sofferenze e a chiudere una partita di assoluta goduria per gli animi dei tifosi novaresi, delusi, sicuramente, dall'andamento della propria squadra in campionato ma anche straordinariamente gaudenti per una vittoria che rischia di non mutare il destino del Novara ma che scrive un capitolo estremamente onorevole per la storia della propria squadra. Diametralmente opposto è invece il sentimento degli sconfitti nerazzurri, più avanti in classifica, più prosperi nel loro stracolmo palmares ma anche incredibilmente decisi nel chiedere la testa di chi solo due anni fa li aveva condotti nella gloriosa impresa del triplete. Probabilmente, anche se non lo sanno, pagherebbero oro per vivere solo un attimo della sconfinata gioia dei tifosi novaresi, che non hanno Champions League nè calciatori famosi ma che godono, in un modo che nessuno dei tifosi delle cosiddette "grandi" potrebbe mai immaginare. 

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