sabato 2 giugno 2012

Russia-Italia 3-0..ma è andata davvero così male?


Peggio di così difficilmente avrebbe potuto andare. La partita che avrebbe dovuto consolidare il credo tattico di Prandelli e zittire una volta per tutte le fastidiose ed incessanti voci extra-calcistiche, ha invece avuto un esito quasi catastrofico e rischia di mettere in dubbio anche la più basilare delle certezze acquisite dal ct. Quotidiani ed esimi esperti del settore hanno colto l’occasione per proporre le proprie innovazioni e criticare l’operato di Prandelli. Mi sembrano conseguenze decisamente eccessive per una squadra che ha sì preso 3 gol dalla Russia, ma che ha anche costruito un’immensa mole di palle gol tra il primo e secondo tempo, peccando in varie circostanze unicamente del killer instinct nelle situazioni decisive. In difesa, naturalmente, le cose sono andate diversamente, con almeno 7 palle gol chiare offerte alla Russia che, in occasione dei 3 gol, ha anche usufruito di gentili omaggi da Maggio, De Sanctis e Bonucci. Una prestazione quasi ridicola di una difesa però, composta per 4/5 da gente appena insignita col tricolore e che ha subìto meno gol in tutto l’arco del campionato. Nell’equazione, il termine ad aver spostato gli equilibri potrebbe chissà, magari essere, il mero (ma ugualmente grave) calo di concentrazione di una difesa che, appunto, non ha sbagliato un colpo nell’arco di una decina di mesi. Solo problemi psicologici, possibile? No, c’è qualcosa in più, perché la prestazione in sé, per quanto prolifica a livello offensivo, è stata comunque molto negativa. Molti, forse, però dimenticano che questa Nazionale, ancor di più rispetto a quella che nel 2010 si apprestava a farsi umiliare in Sudafrica, stia attraversando un colossale processo di rigenerazione. Basta leggere la lista dei convocati per accorgersi che Gattuso, Zambrotta e Camoranesi resteranno seduti in poltrona davanti la tv. Del glorioso gruppo del 2006 non restano che Pirlo, Buffon, De Rossi e Barzagli: quelli che, manco a farlo apposta, costituiscono l’ossatura di questa Nazionale. Il resto del gruppo è composto da giocatori giovani o comunque dall’esperienza internazionale tutto sommato limitata. Per quanto siano forti e rinomati alcuni elementi, la Nazionale manca dunque di quella naturale alchimia essendo ancora in fase embrionale, come hanno dimostrato le inspiegabili sconfitte antecedenti il tracollo di Zurigo. La squadra non è sufficientemente coesa e siamo ormai alle fasi conclusive di un totale riassetto generazionale che, temo, porti all’ennesimo fallimento. Poco sensate sono dunque le critiche di chi propone nuovi modelli tattici per Prandelli, che apparentemente sembra aver forzato un po’ troppo la mano con le innovazioni ma che, ha chiamato (aldilà di qualche sporadico errore che è naturale) i migliori giocatori esistenti in Italia. Godetevi l’Europeo dunque, e cercate di divertirvi, perché il complesso orchestrato da Prandelli vi farà divertire, ma non pretendete altro.

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