venerdì 19 ottobre 2012

Liverpool, Borini out, si cerca un attaccante. Ma non c'era già Carroll?


Nobody said it was easy, cantavano i Coldplay qualche anno fa ma il calcio nel testo di The Scientist c’entrava ben poco. Eppure dissacrando i programmi della band di Chris Martin, si potrebbe benissimo traslare questa frase al football ed esattamente alla complicata situazione che sta vivendo il Liverpool. Nessuno aveva detto che sarebbe stato facile, nessuno avrebbe dovuto aspettarsi molto più da quello (poco) che sta facendo il Liverpool in campionato. Cambiare allenatore, mentalità, uomini in campo comporta variabili troppo imprevedibili e in questo tipo di contesto spendere tanto, seppur in una direzione ben delineata e cioè quella del ringiovanimento della rosa, non porta necessariamente ad ottenere buoni risultati. Mirate sono state le scelte della società della Merseyside, che hanno portato Rodgers a sedersi sulla delicata panchina dei Reds e il suo pupillo Allen ad affiancare il baluardo Gerrard e il talentuoso Sahin nella regia a centrocampo. Tanti giovani sono stati inseriti nella rosa, alcuni per sopperire ad imperdonabili pecche del mercato, tutti però decisamente sopra la sufficienza per il rendimento offerto in queste prime giornate di Premier League. Raheem Sterling si è imposto come uno dei miglior talenti del panorama calcistico europeo, mentre Wisdom e Suso stanno sviscerando qualità non certo trascurabili e che stanno già mettendo in crisi le gerarchie originarie della macchina di Rodgers.
Il tipo di brand che il manager dei Reds aveva proposto nella sua esaltante esperienza in Galles alla guida dello Swansea, e cioè quello del calcio giocato palla a terra, sta iniziando a materializzarsi anche tra le fila dei più pagati e famosi giocatori dei Reds. Ragionando in maniera cinica, e rendendosi conto che la classifica si muove con le vittorie e non con il possesso palla, si può capire perché il Liverpool ha così pochi punti ed è, ad inizio stagione, già fuori dalla lotta per il titolo per effetto del pesante margine di -13 che già lo divide dal Chelsea. Troppe volte il gioco di Rodgers non ha avuto sbocchi, troppe volte i cross di Johnson e Sterling non hanno avuto piedi amici ad accoglierli. Al Liverpool manca un attaccante. Ed è estremamente curioso che esattamente quel prototipo di attaccante che ai Reds servirebbe, che è lo stesso che a quanto sostengono le voci di mercato stanno cercando, ce l’avevano già in casa. La cosa ancor più paradossale è che per Andy Carroll, all’epoca i Reds spesero 42 milioni, e l’attaccante nativo di Gateshead, che adesso gioca al West Ham, è proprio ciò che manca al Liverpool. I centimetri, la forza fisica, la capacità di farsi sentire in area di rigore e di catalizzare palloni alti: tutte le qualità del calciatore ideale che servirebbe a Rodgers per finalizzare il buon gioco che la sua squadra sta man mano mettendo su.
E mentre Andy si appresta a tornare (dopo l’infortunio) a vestire la maglia numero 8 degli Hammers sulle sue possenti spalle, il Liverpool piange un’altra perdita: quella dell’ex Roma Borini, che si è rotto il piede e tornerà a fine gennaio. Che l’attaccante nativo di Bologna non abbia esattamente dato spettacolo nel suo inizio di stagione è assolutamente indubbio, ma è altresì vero che Rodgers non gli ha concesso il ruolo in cui proprio lui l’aveva lanciato con risultati eccellenti due anni fa allo Swansea. La posizione da esterno esalta il suo spirito di abnegazione ma mette a nudo le sue inabilità tecniche e limita la sua mortifera capacità di attaccare lo spazio. E così allo "Stadium of Light" di Sunderland, Rodgers ha deciso, con discreti risultati, di mischiare le carte e dirottare Suarez sulla fascia mettendo Borini al centro. Ecco perché, complice anche il suo infortunio, Rodgers considera assoluta priorità l’acquisto di una punta. Si parla di Bent, di Llorente e del senegalese Ba: probabilmente, due anni fa, nessuno tra i tifosi dei Reds sarebbe stato disposto ad accoglierli al posto di Carroll. E invece…

Pubblicato per BundesLigaPremier

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