sabato 28 aprile 2012

Nuova esperienza

Da poco ho intrapreso una nuova esperienza ed è anche per questo che i miei interventi sul blog stanno diventando sempre più sporadici. Conduco la radiocronaca delle partite della Sampdoria per RadioMB, in basso il link per ascoltare la differita di Samp-Bari e utile anche per seguire live le prossime radiocronache. Ho esordito la scorsa settimana con Vicenza-Samp grazie all'ottima iniziativa organizzata dallo staff di Manicomio Blucerchiato, la più grande community sul tifo blucerchiato. Seguitemi, mi raccomando!

RADIOMB- LA RADIOCRONACA DI SAMP-BARI

domenica 22 aprile 2012

Lo stile, prerogativa di pochi

Beffardo, spietato, il destino nel riproporre un indigesto deja-vu al Ferraris genovese, che, dopo aver sofferto le pene blucerchiate l'anno scorso, è chiamato quest'anno a vivere una situazione non meno difficile con i tifosi dell'altra squadra di Genova. Proprio come un anno fa per il popolo blucerchiato, anche per i rossoblù quest'anno la retrocessione inizia ad assumere connotazioni sempre più definite. Ma quello che è persino più sorprendente e degno di nota, è l'assurdo atteggiamento mostrato dai supporters rossoblù, ormai tristemente al centro della cronaca nazionale. Dopo i 4 gol inflitti dal Siena, la rabbia e lo sconfinato malumore del pubblico di casa è culminato in un incivile lancio di un petardo a cui è seguito il persino più deplorevole ostruzionismo per sospendere le operazioni. Una delegazione di tifosi si è infatti irregolarmente arrampicata sulle balaustre mostrando con la più totale veemenza il proprio disappunto. Ai calciatori genoani è stato dunque chiesto di svestire la maglia rossoblù, operazione compiuta da tutti (con tanto di lacrime di Mesto) meno che Sculli, il quale sostiene la propria innocenza dicendo di non aver affatto lesinato impegno. Le parole del locrese convincono i tifosi genoani ad acconsentire la ripresa delle operazioni, ed è così che al 59' Genoa e Siena rientrano in campo.


Stigmatizzare l'assurdo comportamento dei tifosi genoani è il minimo, anche perché gli stessi tifosi sampdoriani, a differenza della maggior parte della fazione che adesso critica aspramente i rossoblù, hanno vissuto sulla propria pelle il significato di una retrocessione improvvisa e inaspettata e sanno bene cosa possa frullare nei cervelli dei delusi supporters rossoblù. Non è tutto: l'hanno fatto con un aplomb e un'integrità morale, rarissimi per la storia culturalmente insoddisfacente del calcio italiano, oggi ulteriormente infangata dagli avvenimenti del Ferraris. Proteste si, manifestazioni anche (seppur nessuna a livello corale) ma mai sforando i limiti della legalità e della convivenza civile, se non in occasione del battibecco con Cavasin, che comunque rappresenta un assoluto unicum nella storia della scorsa annata blucerchiata. Insomma, il pubblico blucerchiato ha saputo subire l'esagerata violenza con cui il destino gli si era scagliato contro, oltre ovviamente agli eccessivi sfottò dei tifosi genoani, senza troppi problemi e anzi cingendosi dietro l'amore e la passione per la storia, il blasone e i colori della Sampdoria, come testimoniato dallo splendido epilogo coreografico fatto di cori e sciarpate della scorsa annata. Basti questo a chiudere la bocca di chi già pregusta accuse da muovere all'intera popolazione genovese, che nonostante tutto resta uno degli esempi culturalmente e moralmente più candidi del triste proscenio italiano.

L'orgoglio allora cresce, s'infittisce; nasce la consapevolezza di esser sempre più maestosamente unici nel panorama nazionale, perché essere sampdoriani, nonostante tutto, è un onore.

sabato 7 aprile 2012

Quanti gol da Trieste in giù! E Gesù risorge in anticipo...

Contorto, imprevedibile, avvincente. E' il copione della trentunesima giornata di Serie A, che oggi ha dato prova di tutta la sua straordinaria bellezza, garantendo gol e spettacolo in ogni angolo della penisola, da Trieste in giù, proprio come cantava la Carrà. Eh si, perché Cellino ha concretizzato quella che inizialmente sembrava solamente un'invitante suggestione facendo sì che il Cagliari si giocasse le ultime partite casalinghe proprio nel Nereo Rocco di Trieste, storico teatro del calcio italiano che sarà atteso da un altro lungo e immeritato periodo di anonimato per via del triste fallimento della Triestina. E così nella splendida atmosfera creata da un pubblico accorso numeroso (anche da Cagliari), la formazione sarda e quella diretta dal novellino Stramaccioni hanno dato spettacolo, fronteggiandosi a viso aperto e concludendo il match sul 2-2. Non mancano i gol nemmeno nella vicina Verona, dove il Chievo evapora i sogni europei del Catania battendolo per 3-2, e si porta a una sola lunghezza dalla compagine etnea. 
Il Siena invece sembra abbandonare definitivamente la zona calda raggiungendo quota 39 e la decima posizione, dopo la convincente vittoria di Bergamo arrivata grazie ai centri di Larrondo e Destro. Provvidenziale il risultato della squadra di Sannino che si lascia dietro un confuso e pericolante marasma di squadre che temono per la propria incolumità dopo il brusco risveglio del Lecce, che ha impartito l'ennesima batosta a Luis Enrique. Anche oggi la squadra capitolina ha denotato preoccupanti lacune difensive, che hanno dato numerose opportunità agli sguscianti attaccanti salentini per valorizzare il proprio potenziale. A salire in cattedra è stato Muriel, che ha vivisezionato Heinze e compagni con giocate   incredibilmente simili a quelle del Sanchez rapido e imprendibile che l'anno scorso fece le fortune dell'Udinese. E non sarà un caso se è proprio l'Udinese a detenere il cartellino del colombiano. Non è l'unico motivo per sorridere per i (pochi) tifosi friulani, che oggi si sono goduti l'importante successo sul Parma che li porta temporaneamente al terzo posto (in attesa del big match serale tra Lazio e Napoli). Proprio per il Parma ritorna l'aberrante spettro della retrocessione: le lunghezze che dividono i ducali dal Lecce sono solo 4. Stesso discorso per il Genoa che, raggiunto in giornata da un bel gol di Mascara, rischia di capitolare proprio come fecero gli odiati cugini l'anno scorso. Leggermente più roseo è l'orizzonte della Fiorentina, che dopo il clamoroso trionfo di San Siro, sembra godere di un margine sufficiente di punti e morale per scrollarsi di dosso l'incubo-retrocessione. A consegnare i tre punti a Delio Rossi è stato proprio quell'Amauri bistrattato e preso in giro, che molti, ironizzando sul suo insolito taglio di capelli, volevano rinchiuso nel sepolcro in attesa della resurrezione. L'italo-brasiliano ha invece accorciato i tempi e s'è fatto vivo prima del previsto: manco a farlo apposta, i destinatari del suo omaggio sono proprio quei tifosi che fino a pochi mesi fa lo deridevano e che mai avrebbero pensato di poter gioire per un suo gol. Per la Juventus si presenta dunque l'insperata possibilità di scavalcare il Milan e di mangiare la colomba pasquale in vetta alla classifica.