venerdì 21 settembre 2012

Europa League, affonda il Panathinaikos dell'ex Fornaroli

Brutta sconfitta per i greci del Panathinaikos nella prima giornata del Gruppo J di Europa League: allo Stadion Ljudski vr  di Maribor, i padroni di casa si sono imposti per 3-0. E' stato della partita anche l'ex attaccante della Sampdoria Bruno Fornaroli, entrato al 56', non riuscendo però a ribaltare l'esito del match. 

Pubblicato per TMW (SampdoriaNews)

lunedì 17 settembre 2012

PUBBLICATO PER IL SITO DI PEDULLA'- Player of The Week: Harry Kane



Harry Kane
# 37


Per introdurlo basterebbe canticchiare il ritornello della nota canzone di Bob Dylan, nonché colonna sonora del capolavoro di cui Denzel Washington fu, a suo tempo, protagonista. This is the story of the Hurricane, o meglio, this is the story of Harry Kane. Nato nel 1993 a Chingford, distretto londinese, Harry Kane  è alto, biondo, posato e ha gli occhi azzurri. Il taglio di capelli lo rende più simile al figlio di papà che frequenta la scuola privata piuttosto che al bulletto da bassifondi. Sembra essersi perso nel tempo, sembra un calciatore anni '60. Il suo talento, la sua figura elegante ma spietata nello sgomitare coi difensori avversari e colpire con forza il pallone, ricordano più Charlton che Rooney. Di Rubin Carter, l'hurricane tra i pugili, Kane condivide più di una semplice assonanza, anzi, come lui l'attaccante londinese è un uragano, uno di quelli devastanti che depredano le difese avversarie.

Ne sanno qualcosa le difese della Championship inglese che all'allora diciassettenne Kane concessero ben 8 reti la scorsa stagione. Giocava nel Millwall e la tradizionalmente calorosa tifoseria dei Lions s'era letteralmente prostrata al ragazzo, divenuto idolo e trascinatore di una delle squadre più note d'Inghilterra. L'esperienza di Kane al Millwall si è però chiusa in estate, quando è ritornato alla squadra detentrice del suo cartellino, il Tottenham. Guardandolo giocare e scorrendo con l'indice verso l'esiguo elenco delle squadre in cui ha militato, paragonarlo a Sheringham appare spontaneo. E' dello stesso avviso Tim Sherwood, secondo di Villas-Boas, che ha destato una certa attenzione scomodando il più vintage dei nomi del calcio british. Proprio come Teddy, Kane è nato a Londra ed è passato dal Millwall prima di vestire la casacca degli Spurs. La gloriosa carriera di Sheringham appare inevitabilmente inarrivabile ma Kane ha dimostrato di avere un sufficiente numero di frecce nel suo arco per smentire la storia e gli scettici. Villas-Boas, che ha speso ottime parole su di lui, sembrerebbe disposto a scommettere più di un penny su Kane. Chi di certo ha scommesso molto su di lui è Chris Hughton, manager del Norwich, che al diciannovenne ha consegnato le chiavi di un attacco da rivoluzionare. Il leggendario Grant Holt è ormai lontano dai suoi anni migliori, così come Jackson non è più che un onesto comprimario, Morison per quanto molto utile alla causa di Hughton non ha la continuità del titolare. Ed ecco allora che al diciannovenne londinese potrebbero aprirsi le porte per la formazione titolare e una stagione da protagonista in Premier League. Il Carrow Road, la casa dei canaries di Norwich, Kane l'ha già assaporato entrando a partita in corso contro il West Ham. Nella manciata di minuti concessagli ha sfiorato due volte il goal e svegliato il pubblico di casa con un paio di giocate di grande eleganza e spietatezza nella conclusione. Non ha trovato il gol che lui e la sua promettente storia avrebbero meritato, ma ha donato agli addetti ai lavori (quantomeno a quelli più pigri che non l'avevano già seguito) un nome di sicuro affidamento su cui puntare. Harry Kane, the Hurricane. Curioso. Ne sentiremo parlare.

Pubblicato per il sito ufficiale di Pedullà

domenica 16 settembre 2012

Costa sul suo infortunio: "Solo un problema di crampi"


Andrea Costa, uscito anzitempo nel match di Pescara, ha tranquillizzato i suoi tifosi circa le sue condizioni fisiche sulla propria pagina Twitter:
"io solo un problema di crampi...nulla di chè! ora si rientra...buona serata a tutti!!"

Pubblicato per TMW (SampdoriaNews)

ESCLUSIVA FC- Hambo carica l'ambiente: "Mai visti tifosi del genere!", poi prosegue: "Questa Sampdoria può arrivare tra le prime sette"

Football Calling ha avuto il piacere di intervistare in esclusiva Vahid Hambo, una delle maggiori speranze del calcio europeo giovanile nonché il fiore all'occhiello della primavera blucerchiata. L'attaccante classe '95 nato in Finlandia ma di origini bosniache arriva dall'HJK Helsinki, scoperto da Mattia Baldini che lo vide all'opera nel torneo Nordic, in cui segnò la bellezza di quattro gol ed accennò i caratteri del suo poliedrico bagaglio tecnico. I tempi per l'apprendimento della lingua sono fisiologicamente lunghi in virtù del fatto che il ragazzo è in Italia da poche settimane, l'intervista è perciò stata svolta in inglese, una lingua con cui Vahid sa destreggiarsi con discreta padronanza.

Ecco l'intervista completa:

Buonasera Vahid, la tua esperienza in Italia è appena cominciata. Come ti sembra Genova? Ti trovi bene alla Sampdoria?

Mi piace questo posto, non è una grande città ma penso sia perfetta per poter crescere in tranquillità. In più la apprezzo molto per via del mare e della spiaggia. Riguardo alla Sampdoria, abbiamo una buona squadra anche se, a dire il vero, non ho ancora visto le altre squadre primavera.

Dicci qualcosa sul tuo conto: che tipo di attaccante sei?

Ho 17 anni, vengo dalla Finlandia, i miei genitori sono bosniaci ma sono nato in Finlandia. Ho iniziato a giocare a calcio all'età di 5 anni e all'età di 12 ho iniziato a fare sul serio giocando in una squadra. Amo il mio ruolo, amo essere un attaccante perché mi sento veramente bene quando segno e mi piace farlo. Essendo grosso fisicamente, la gente erroneamente mi etichetta come una punta di peso. Non sono quel genere di attaccante e anzi ho una buona tecnica e sono anche abbastanza veloce.

C'è qualche giocatore della prima squadra che ti abbia dato consigli o comunque c'è qualcuno alla Sampdoria che ti ispira particolarmente?

Non ho ancora parlato con nessun giocatore della prima squadra, ma l'anno scorso ho seguito un po' Pozzi. Quest'anno proverò a vedere Maxi Lopez.

Qual è il tuo obiettivo principale per il futuro?

Per il momento quello che voglio è giocare tanto con la Primavera, forse tra un paio d'anni quello che vorrò sarà cogliere l'opportunità di salire di livello.

Cosa pensi della Sampdoria? La reputi una buona squadra?  

E' una buonissima squadra. Ha battuto il Milan un paio di settimane fa, e ha vinto due partite su due fin ora. Non sarei sorpreso se finisse tra le prime sette.

E della Primavera?

Non posso risponderti con certezza perché non ho ancora visto le altre squadre, quindi è difficile da stabilire. Ma abbiamo giocato in Cina nel pre-campionato e siamo stati piuttosto bravi.

Dove vuoi arrivare con la nazionale finlandese?

Con la nostra nazionale avremo le qualificazioni all'Europeo Under 19, quindi spero di aiutare la mia squadra ad andare avanti il più possibile. Spero di poter giocare quanto prima nella Nazionale maggiore, che è il sogno di ogni giovane calciatore.

Per quale squadra tifi?

Per nessuna in particolare. Ovviamente adesso tifo Sampdoria, ma l'anno scorso ho seguito il Milan, quindi si potrebbe dire che è quella la mia squadra preferita.

Per finire, Vahid, una domanda sui tifosi della Sampdoria. Come ti sembrano?

Nella mia ex squadra finlandese (l'HJK Helsinki, ndr) non c'era nulla di simile. Il tifo è pazzesco e i tifosi aiutano la squadra a giocare bene, dev'essere fantastico giocare di fronte a loro.

Lecce, esordio con goal per Foti

Inizia bene l'avventura diSalvatore Foti alLecce. L'attaccante siciliano, acquistato a titolo definitivo dalla società salentina, ha spianato la strada verso il successo dei giallorossi che hanno sconfitto 2-0 il San Marino.



sabato 15 settembre 2012

PUBBLICATO SUL SITO DI PEDULLA'- Quanti soldi spesi! Dove potrà arrivare il QPR?


Quando si parla di soldi, di mercato e di Premier League, è spontaneo pensare al ritornello di Blue moon e all'aquila dorata che simboleggia il club meno titolato di Manchester, ma questa volta ad aver fatto il bello e il cattivo tempo del mercato inglese non è stato il club di Mancini. Sia chiaro, la shopping-mania del tecnico marchigiano non si è certo placata anzi, nuovi milioni sono stati sborsati, più per capriccio che per esigenza, e nuovi calciatori sono arrivati (Javi Garcia, Maicon, Sinclair, Nastasic e Rodwell).

Ma l'invidiata palma di "regina" del mercato va indubbiamente ai Queens Park Rangers, che tra entrate e uscite hanno ultimato 16 operazioni. Molte di queste sono state operazioni in entrata, dettate dalle sfrenate ambizioni dell'azionista di maggioranza, il malesiano Tony Fernandes, che ha ripreso un programma di rinforzamento iniziato l'agosto 2011 (quando portò a Loftus Road gente come Barton, Wright-Philipps e Traorè- solo per citarne alcuni), proseguito lo scorso gennaio (con Cissè, Zamora, Onouha e compagnia) e terminato, si spera, con la ricca flotta di nuovi arrivi di questa sessione di mercato. Il proprietario dell'Air Asia non ha mai fatto mistero dei suoi faraonici programmi, ma i verdetti del campo non stanno per il momento volgendo a suo favore: dopo la miracolosa salvezza della scorsa stagione, nelle prime tre partite dell'attesissima formazione londinese non è arrivato che un misero punto. E il trend sembra ben lungi dal migliorarsi in una squadra costituita da giocatori che, perlopiù, non si conoscono o stanno giocando insieme per la prima volta. 

Spendere e comprare così tanto era davvero necessario? Leggendo la folta lista degli arrivi dei QPR, l'immediata e naturale impressione è abbastanza comune: pochi di questi giocatori servivano davvero ai SuperHoops. Ricapitoliamo: sono arrivati Diakitè, Park, Green, Bosingwa, Hoilett, Nelsen, Fabio, Johnson, Julio Cesar, Granero e M'Bia. Insomma, apparentemente un mercato da top team. Molti di questi giocatori sono buonissimi, alcuni straordinari rispetto alla caratura della squadra: non tutti, anzi, ben pochi, occorrevano davvero a Mark Hughes, che già poteva contare di un'intelaiatura, almeno in teoria, di buonissimo livello. Aveva Paddy Kenny, un portiere di ottime qualità ma non di un appeal mediatico altrettanto ottimo. Così l'irlandese è partito alla volta di Leeds e al suo posto è arrivato il più noto Robert Green, il cui soprannome Nevergreen rende l'idea riguardo la sua discontinuità e la sua fragilità mentale ma non rende giustizia alle sue più che dignitose doti tecniche, sicuramente in linea con le aspettative (almeno a breve termine) della squadra londinese. Avere un portiere di medio livello a quanto pare non è bastato, e dopo aver fiutato un ottimo affare hanno dato a Julio Cesar l'ennesima copia delle chiavi della porta dei Rangers. Un duo di grande peso, sul campo così come sul monte ingaggi. Ma non è finita, il motto melium abundare quam deficere ha dominato larghi tratti della campagna acquisti dei SuperHoops e si rispecchia in particolare in alcuni specifici ruoli dell'undici di Hughes, come quello del terzino destro (in cui oltre a Young e Onouha figura il neo-arrivato Bosingwa) o quelli che fanno capo alla zona nevralgica (a centrocampo ci sono due maglie da dividere tra M'Bia, Diakitè, Granero, Derry, Faurlin e Park). Insomma, un imbarazzo della scelta degno del Manchester City, o meglio ancora del Real Madrid, visto l'acquisto di Estebàn Granero, arrivato proprio dai galacticos

L'abbondanza è sintomo di programmazione e di prudenza ma non è il vero filo conduttore del mercato dei QPR. Al centro della difesa infatti, imbarazzante è la penuria: i titolari sono Clint Hill ed Anton Ferdinand, rispettivamente il sosia dai piedi di marmo del Chandler di Friends e il fiero mr. sono-qui-grazie-a-mio-fratello. Entrambi con la Premier League c'entrano poco, molte delle colpe del clamoroso tracollo interno contro lo Swansea è da attribuire proprio allo sgangherato duo arretrato. La versatilità di Onouha e M'Bia che possono ricoprire quella posizione seppur snaturando del tutto i propri identikit tattici e l'esperienza di Nelsen non migliorano la situazione, che resta, nonostante le eccellenze che spuntano tra gli altri reparti della squadra, molto desolante. La Premier League ci insegna costantemente quanto sia diabolica nel sottolineare le lacune di una squadra: potrebbe bastare questo difetto per rassegnare i QPR ancora una volta alla lotta per non retrocedere. Quel che è peggio è che questo difetto non è l'unico: non sembra esistere un vero e proprio gruppo nè sembra esserci intesa tra i SuperHoops, Hughes inoltre ci mette ampiamente del suo: Taarabt è spesse volte snobbato e il suo potenziale stellare sta marcendo di pari passo con le aspettative offensive di una squadra che pensa di affidarsi al fumoso Wright-Philipps (come accaduto in occasione del match perso all'Etihad), non esistono titolari nè riserve, non c'è un filo logico che regoli le scelte del manager. Il caos è, insomma, totale. Ecco quindi l'ennesimo capitolo del libro "Spendere non vuol dire vincere" che è pieno di storie di calcio e che ne potrebbe contenere una persino più interessante, quella di Leonardo, Ancelotti e del miliardario Al Thani

Pubblicato per il sito ufficiale di Alfredo Pedullà 

venerdì 14 settembre 2012

Braglia su Zaza: "Una delle più forti punte da me mai allenate"


Dopo un inizio di campionato decisamente tormentato la Juve Stabia è attesa dall'ostica trasferta di Novara. Non solo su questo si è concentrata l'attenzione di Piero Braglia, mister delle vespe, che nella consueta conferenza stampa pre-partita ha espresso il proprio giudizio in merito a diversi giovani da lui allenati, tra cui Simone Zaza. Ecco cosa riporta stabiachannel.it su quanto detto riguardo l'attaccante lucano:

"Anche Zaza sta facendo bene, per me è tuttora una delle punte più forti da me mai allenate, l'anno scorso ho dovuto scegliere se mandar via lui o Raimondi perché assieme creavano troppo scompiglio. Ho rinunciato a lui per lo scarso contributo garantito nel girone di andata. Deve esser meno sfrontato, narcisista e menefreghista, se lo capirà sfonderà davvero"

giovedì 13 settembre 2012

Chiesa pensa alla sua carriera da allenatore: "Mi piacerebbe avere la tranquillità assoluta di Eriksson"

Proprio come quella da calciatore, anche la carriera da allenatore di Enrico Chiesa inizia alla Sampdoria, precisamente agli Allievi Nazionali. Avrebbe dovuto allenare il Figline, ma il fallimento della società toscana ha rovinato i piani dell'ex attaccante di Parma e Siena. Adesso si racconta ai taccuini del Corriere Mercantile, ripercorrendo la sua carriera da calciatore e pregustando quella da allenatore:


"Quando cominciavo ad affacciarmi alla prima squadra, davanti c'erano Vialli e Mancini, lo spazio era per forza minimo. Mi formai in prestito, poi alla prima occasione da titolare giocai talmente bene che arrivò il Parma con un'offerta straordinaria. E' andata così. Ho giocato dappertutto ma era destino che da allenatore ricominciassi dove era partita la mia carriera di giocatore".

"Una volta c'erano un campo in erba e uno in terra, stop. Ora ce ne sono quattro. Ma in società ho ritrovato alcuni vecchi amici. E la serietà della famiglia Garrone, quando giocavo erano gli sponsor. Mi hanno offerto questa opportunità e io sto dando tutto per cercare di meritarla".

"Anche Lippi cominciò da qui la sua carriera? Per carità! Intanto lui giocava in difesa, ma un paragone simile è davvero improponibile. Semmai vale per ribadire il prestigio della storia di questa società, che sono felice mi abbia tenuto a battesimo sia come calciatore che come allenatore".

"Se c'è una qualità che mi piacerebbe avere, è la tranquillità assoluta di Eriksson. Nulla poteva fargli perdere la sua flemma, nemmeno se gli fosse cascato un fulmine davanti ai piedi. Ho letto che Inzaghi, anche lui da allenatore agli esordi, dice di dover molto ad Ancelotti e condivido: una persona seria e leale, direi un buono, rigoroso nei comportamenti, ma quando si incavolava diventava quasi un'altra persona. Non posso dimenticare neppure Gigi Simoni, che mi ha insegnato tanto per la cultura calcistica e statura morale. Spero di aver preso un po' da tutti, ho avuto la fortuna di lavorare con ottimi allenatori. Ora tocca a me restituire qualcosa ai miei ragazzi e spero di riuscirci".  


Pubblicato per TMW (SampdoriaNews)

mercoledì 12 settembre 2012

Nazionali, vince la Svizzera: battuta 2-0 l'Albania


Nel Gruppo E delle Qualificazioni ai Mondiali la selezione di Ottmar Hitzfeld guarda tutti dall'alto verso il basso grazie ai 6 punti ottenuti nelle prime due partite. Per battere l'Albania alla Swissporarena di Lucerna alla Svizzera è bastato il gol di Shaqiri (23') e  quello, su rigore, di Inler (68').

Ancora panchina per il sampdoriano Jonathan Rossini, Hitzfeld ha infatti preferito schierare la coppia di difensori centrali formata da Djourou e von Bergen.

lunedì 10 settembre 2012

Grosseto, Moriero elogia Delvecchio: "Ha fatto un'ottima partita"


L'allenatore del Grosseto, Francesco Moriero, è stato intervistato da Sky Sport, al termine dell'1-1 maturato allo Stadio "Euganeo" contro il Padova. Il tecnico leccese si è soffermato anche sulle prestazioni dei nuovi arrivati: Bonanni, Delvecchio e Foglio. Ecco le parole riportate da tuttomercatoweb.com:
"Bonanni deve ancora mettere minuti nelle gambe così come Foglio, mentre Delvecchio ha fatto un'ottima partita. Tutti e tre però possono e devono crescere ancora".

domenica 9 settembre 2012

Lanciano - Ascoli, Zaza firma l'1-1


Alla seconda presenza con la casacca dell'Ascoli arriva la prima rete stagionale per Simone Zaza che sigla il gol dell'1-1 nel match tra Virtus Lanciano e Ascoli. L'attaccante lucano risponde quindi al gol di Paghera chiudendo in pareggio il match del "Guido Bondi" di Lanciano. 
La partita dell'attaccante di proprietà della Sampdoria si chiude all'84', quando viene sostituito da Dramè.

Primavera, il gol di Austoni piega il Siena: è 1-0


Per la Primavera blucerchiata arrivano i primi tre punti in campionato. Come si legge dal sito ufficiale, ai blucerchiati è infatti bastata una rete di Gianluca Austoni  per avere la meglio sul Siena all'"Hans Christian Andersen" di Sestri Levante.
La rete arriva al 23', quando Austoni è alacre nell'arrivare prima di tutti sul cross di Siani e nel battere il portiere avversario Conti. In precedenza per i blucerchiati aveva già segnato Luperini, ma l'arbitro aveva annullato il gol per fuorigioco e poi espulso il pisano per proteste. La prossima partita per i baby blucerchiati è in programma sabato 15 settembre, alle ore 15:00, quando giocheranno il recupero della prima giornata contro il Torino. Di seguito il tabellino:
Sampdoria 1
Siena          0
Rete: s.t. 23' Austoni.
Sampdoria (4-2-3-1): Massolo; Pfrunder, Piana, Porro, Cafferata (40' s.t. Rolando); Lombardo, C. Bianchi; Siani, Luperini, Ghiglia (27' s.t. Raso); Austoni (31' s.t. Oneto).
A disposizione: Raffo, Iannelli, Placido, Ivan, Fenati, Zuloaga, Luciani, Dejori.
Allenatore: Felice Tufano.
Siena (4-4-2): Conti; Mulas, Manes, Benedini, Rizzo (19' s.t. Cianciulli); Gonzi, Petriccione, Brenci, Redi (14' s.t. Miocchi); Calì (27' s.t. Canotto), Rosseti.
A disposizione: Geria, Aiazzi, Bonifazi, Camilli, Lalli, Cacciapuoti.
Allenatore: Michele Mignani.
Arbitro: Serra di Torino.
Assistenti: Garavaglia e Riccardi di Novara.
Note: espulso al 5' s.t. Luperini per proteste; ammoniti al 29' p.t. Porro, al 15' s.t. C. Bianchi, al 31' s.t. Austoni, al 37' s.t. Piana, al 44' s.t. Mulas, al 52' s.t. Oneto per gioco scorretto, al 5' s.t. Ghiglia per proteste, al 42' s.t. Cafferata per comportamento non regolamentare; recupero 1' p.t. e 8' s.t.; terreno di gioco in sintetico. 

Novara, Tesser: "In attacco a Cesena ci saranno Gonzalez e Piovaccari"


Attilio Tesser, allenatore del Novara, nel corso della conferenza stampa prepartita, ha svelato la probabile formazione che schiererà per la trasferta di Cesena, nel match serale tra le due retrocesse che chiuderà il programma del week-end di Serie B.
Ecco alcune delle sue parole riportate da tuttonovara.it:
"Ho qualche dubbio di formazione: ritorna Alhassan sulla sinistra, con lui in difesa, davanti a Kosicky, ci saranno Ghirighelli, Lisuzzo e Bastrini. In mezzo Marianini, Buzzegoli, Parravicini, poi Lazzari dietro a Gonzalez e Piovaccari, anche se Mehmeti si sta giocando le sue carte".