lunedì 19 marzo 2012

Buoni sì, ma fessi no

Lamentarsi per i torti arbitrali è ormai una prassi consolidata in Italia, e paradossalmente riscuote più successo proprio tra chi ha dominato la scena calcistica dell’ultima decada, e non sempre con metodi consoni, come l’inchiesta Calciopoli ha rilevato da qualche anno a questa parte. E’ la modalità, tipicamente italiana, di vivere il calcio, lanciandosi alla confusa ricerca di un capro espiatorio per spiegare sconfitte e fallimenti. Gli ultimi avvenimenti hanno tremendamente galvanizzato questa pratica tant’è che ultimamente le scelte arbitrali dominano solennemente i media sportivi. I principali paladini del vittimismo legato ai torti arbitrali sono sempre gli stessi, mentre la voce dei meno protetti e numerosi resta fioca, si svigorisce.

E’ il caso della Sampdoria, squadra che non ha mai prediletto particolarmente l’ostentazione mediatica in merito, ma anzi ha saputo, almeno in materia di torti arbitrali, conservare elegantemente la propria signorilità. Di fronte alle disfatte e alle sconfitte, il mea culpa è sempre stato chiesto ai protagonisti diretti (giocatori, allenatori e società) e quasi mai sono state scomodate autorità esterne. Quando però le angherie perpetrate si proliferano, nemmeno la splendida diversità che contraddistingue la Sampdoria nel tenebroso panorama calcistico italiano può resisterne: e allora sì, a quel punto, protestare e farsi sentire diventa inevitabile.

E’ stata la clamorosa svista di Nasca, che ha ignorato il tackle subìto da Eder, nel corso del secondo tempo del match contro l’Ascoli, la goccia a far traboccare il vaso blucerchiato, ormai saturo di rigori non concessi e altre ingiustizie. Quello del direttore di gara barese è stato solo l’ultimo dei numerosi episodi sfavorevoli che hanno coinvolto la Sampdoria nella stagione corrente. Evidente proprio come il volo del portiere Pomini che frana malamente su Pellè, non punito ma anzi difeso dal fischio dell’arbitro Ciampi, che castiga l’attaccante salentino.

Dopo così tanti errori, i tifosi della Sampdoria non vogliono supinamente unirsi al coro scriteriato dell’ostracismo nei confronti della classe arbitrale, bensì esigono rispetto e trasparenza nelle scelte, ben consapevoli del rischio che la signorilità e l’indifferenza a riguardo possano, in un simile clima, essere travisati come una rassegnazione passiva di fronte alle vessazioni subite. Buoni si, ma fessi no.


1 commento:

  1. www.pianetasamp.blogspot.com

    Sinceramente il rigore su Eder non mi appare così evidente come quello su Pellè, quindi personalmente preferisco non trovare alibi e puntare il dito sulle mancanze della squadra, se vuoi arrivare ai play off un Ascoli in inferiorità numerica per quasi un tempo lo devi divorare...ciao!

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